Precisione e Attenzione ai dettagli
Ho imparato che impegnandomi con precisione e facendo attenzione ai dettagli mi permetteva di conoscersi ogni giorno più profondamente. Un processo importantissimo per diventare consapevole di me e delle mie possibilità. Questo passando attraverso il dovermi ascoltare. Diventare abile nel prestare attenzione ai dettagli e nell’essere preciso mi ha permesso di sfruttare al meglio il mio 30% della muscolatura. Non avevo risorse da buttare, ogni minima potenzialità doveva essere sfruttata per riuscire a portare a casa il risultato, non potevo permettermi di avere parti di me “in vacanza”, tutti i miei muscoli dovevano partecipare al massimo. Soprattutto nella corsa, attività che non sarei mai riuscito a fare secondo i medici (a dire il vero neanche camminare..). L’attenzione ai dettagli mi ha permesso anche di prevenire gli infortuni: dall’incidente ho sempre avuto una relazione “particolare” con il dolore, col tempo ho smesso di valutarlo come “male” e ho capito che mi era utile, che il dolore era un segnale di comunicazione, era un messaggio. Per la sua intima connessione al “male” normalmente le persone fanno fatica a decifrare il significato e lo catalogano tutto con la stessa etichetta. Così facendo però non è molto utile, è come se un giapponese ci parlasse e tutto quello che dice lo definissimo come “cultura straniera”; non capiremmo nulla di ciò che ci sta comunicando. Per conoscere davvero il significato delle sue parole dovremmo imparare il giapponese e non aspettarci che lui impari l’italiano. Per il dolore è la stessa cosa ma il percorso è più difficile perché, oltre alla fatica di doversi impegnare a comprendere un messaggio, si deve anche avere la sopportazione di sostenere il peso del dolore in sé. Il vantaggio di tutto questo? Che le sensazioni di dolore sono moltissime e diverse, sono una forma di comunicazione e ogni dolore porta con sé un significato. Imparare a riconoscere questo significato mi ha permesso di distinguere un dolore che necessitava di smettere di correre da un dolore passeggero e che anzi era propedeutico al correre più a lungo. non è stato facile, soprattutto perché per imparare a capire questa lingua bisogna non prendere medicinali che la alterino. Con questo non sono un masochista che gode nel sentire male, adesso so riconoscere un dolore da un altro e agire di conseguenza. Non sempre ho voglia di ascoltare cosa il corpo mi dice, soprattutto se penso alle “contrazioni dolorose” tipiche delle lesioni spinali. Per cui in certi casi prendo dei farmaci e metto tutto a tacere!